Omicidio Senisi, interrogatori e perquisizioni

Gli inquirenti seguono la pista di un 'avvertimento' finito male

Forse un "avvertimento" finito male. E' questa l'ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Foggia che stanno indagando sull'omicidio di Alessandro Senisi, il sorvegliato speciale di 39 anni ucciso ieri pomeriggio a San Nicandro Garganico (Fg).

L'uomo è stato raggiunto da due colpi di pistola, sparati a distanza ravvicinata ad una coscia e un polpaccio. Il proiettile alla coscia ha reciso l'arteria femorale che ha causato una emorragia mortale. Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, la vittima ieri pomeriggio avrebbe litigato con una persona, in una masseria del centro garganico. Un litigio degenerato a colpi di pistola, e forse l'aggressore non voleva uccidere ma solo ferire. Da quella distanza, se avesse voluto uccidere Senisi, avrebbe sparato al petto o alla testa e non alle gambe.

L'omicida è poi fuggito a bordo di una motocicletta di grossa cilindrata. La vittima è stata soccorsa da alcune persone che l'hanno trasportata al pronto soccorso di San Nicandro Garganico. Da qui i medici, constatate la gravità delle ferite, hanno fatto trasferire Senisi all'ospedale di San Severo dove pero' e' morto pochi minuti dopo il ricovero. Senisi era uscito dal carcere sabato scorso, dopo essere stato arrestato dai carabinieri il 20 novembre dello scorso anno per droga.

Nel corso delle indagini, coordinate dai sostituti procuratori del tribunale di Lucera Alessio Marangelli e Pasquale De Luca, gli investigatori hanno eseguito una decina di perquisizioni e effettuato tre 'stub', l'esame che serve per verificare la presenza di polvere da sparo su corpo e indumenti.

Fonte: ilpaesenuovo.it

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