Tributi Italia sospesa dall'Albo dei riscossori

Il Ministero giudica "pericolosa" la ex S. Giorgio s.p.a.

Ci aveva visto giusto l'amministrazione comunale sannicandrese quando, più di un anno fa, decise di congelare la San Nicandro Tributi ed estromettere la S. Giorgio s.p.a. dalla gestione delle entrate, incassando, dopo il ricorso di quest'ultima, anche il consenso del Consiglio di Stato.

E mezza Italia, che non riusciva a liberarsi dalla morsa di questa società di riscossione dai contorni foschi, aveva ormai perso le speranze.

La decisione, tanto attesa dalle centinaia di sindaci sull'orlo del dissesto finanziario, arriva proprio nella giornata di ieri: il Ministero delle Finanze ha stabilito la sospensione della Tributi Italia (ex Gestor, S. Giorgio e Custer) dall'albo delle società di riscossione dei tributi locali, dopo che la commissione Finanze della Camera aveva giudicato la società "pericolosa" per l'economia degli enti locali.

Il caso partì da una denuncia a Nettuno (Roma), sulla quale il comune di San Nicandro si era basato per porre le proprie ragioni: le successive indagini della Guardia di Finanza portarono, lo scorso aprile, all'arresto per peculato di Giuseppe Saggese, il patron di Tributi Italia, fautore di una sorta di sistema a "scatole chiuse", dove i tributi, con aggi fino al 30%, venivano puntualmente incassati ma sparivano nel nulla, con enormi ritardi nei versamenti ai comuni, quando questi avvenivano.

Intanto, il presidente dell'ANCI e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ha chiesto al Governo l'immediata convocazione di un tavolo tecnico, per stabilire delle garanzie per i quasi 200 comuni che vantano crediti dalla società.

La prossima seduta della Commissione sul Federalismo fiscale è prevista per il prossimo 9 dicembre, quando si inizierà a discutere concretamente dello stato in cui la Tributi Italia ha gettato numerose amministrazioni comunali.

Nel frattempo, saranno i comuni a gestire direttamente le entrate; misura, questa, che fortunatamente per le casse comunali, a San Nicandro è stata anticipata già da un anno.

Resta solo da stabilire la possibilità di dichiarazione del fallimento della società, ora molto più plausibile: una tale evenienza, allontanerebbe ulteriormente la possibilità di recupero dei crediti da parte dei comuni. Credito che, per San Nicandro, ammonta a più di 1 mln di euro.

Matteo Vocale

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