Schiapparo, tratto in salvo kiter alla deriva

Si era fermato a largo per assenza di vento. Soccorso da due diportisti

Si era spinto dapprima a largo, poi per assenza di vento non riusciva a riprendere velocità mentre la corrente lo trascinava. Si è conclusa nel migliore dei modi la disavventura di un kitesurfer, tratto in salvo da due diportisti prima che fosse troppo tardi e accadesse il peggio.

Erano circa le 17 di ieri 9 ottobre quando, sulla spiaggia dell'Istmo di Lesina, in località Muro, uno sportivo di kitesurf originario di San Giovanni Rotondo, dopo essersi spinto a mezzo miglio dalla costa perdeva il controllo del suo kite, non riuscendo ad alzare l'aquilone per improvvisa bonaccia. Stanco degli sforzi del tutto vani, l'uomo di accollava esausto al bordo galleggiante dell'ala, mentre la corrente di Scirocco lo scarrocciava a largo verso Nordovest.

Intorno alle 17:30 sopraggiungevano in zona due diportisti con una barca di piccole dimensioni, intenti alla prova di un motore nautico di bassa potenza. In un primo momento i due uomini, originari di San Nicandro Garganico, poiché a largo e per il rumore del mezzo, non udivano le grida di aiuto di quanti assistevano dalla spiaggia. Quindi, accortisi dei segnali e dopo essersi avvicinati alla terraferma, apprendevano dell'emergenza e si dirigevano verso un secondo sportivo, precipitatosi in acqua a chiedere soccorso per l'amico. 

Dopo aver rilevato quest'ultimo a bordo, viravano a massima velocità con il piccolo natante verso il naufrago traendolo, dopo circa dieci minuti di navigazione, finalmente salvo a bordo e riuscendo anche a recuperare buona parte dell'attrezzatura.

Il malcapitato, cosciente ma in evidente stato di panico, veniva tranquillizzato dai soccorritori e condotto a terra affidandolo all'assistenza dei colleghi sportivi che erano sul posto, con la raccomandazione di provvedere al riscaldamento corporeo per essere stato oltre un'ora fermo in acqua.

Una disavventura a lieto fine, dunque, che poteva avere esito anche tragico per l'approssimarsi del tramonto e il sopraggiungere del vento di Libeccio, che avrebbe spinto l'uomo in mare aperto in poco tempo.

Provvidenziale la presenza dei due sannicandresi e la prontezza dell'intervento nel salvataggio con massima perizia, anche nel mantenere e ristabilire la calma nella circostanza di panico generale.

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