Il Rito della Pentolaccia

Un rito che ricorda i tratti del carnevale


Per tradizione, in vari Comuni della provincia di Foggia, la prima domenica di Quaresima, si celebra la pentolaccia, un rito che in qualche modo ricorda i tratti del Carnevale. 

E’ chiamato infatti “carnevaletto” in quanto risente ancora del momento ludico per molti riservato agli scherzi, anche se è all’inizio di un periodo di riflessione e penitenza, per i cattolici, fino a Pasqua. Già nel Medioevo la pentolaccia era un gioco tradizionale in uso delle tante famiglie che si riunivano per ritrovarsi, cantare, ballare e divertirsi. Perciò, riempivano un recipiente in terracotta con noci, fichi secchi, mandarini, lupini, fave e ceci arrostiti, frutta secca e, successivamente, anche di caramelle e cioccolate; i giocatori bendati e - opportunamente spostati e confusi dai presenti per prolungare il gioco - dovevano colpire e rompere con un bastone questo recipiente appeso a qualche metro da terra e ripieno di tante cose buone. Ancora oggi, quando il giocatore ci riesce, seppure bendato, dal recipiente cade a terra il bottino e i presenti cercano di impadronirsene.
C’è chi riempie la pignata con coriandoli, o acqua o crusca, segatura, cenere o  addirittura un animaletto vivo (un gattino, un colombo, un coniglio...), per sorprendere i partecipanti al gioco e i presenti.
* Questo rito ha diverse spiegazioni. C’è chi lo vuole come buon augurio per l’anno nuovo, data la vicinanza con l’equinozio di primavera che, un tempo ne indicava l’inizio; c’ è chi, invece, lo considera come un invito a gustare ogni bontà e a fare scherzi in questa circostanza, ma cercando di astenersi dai peccati di gola ed essere seri durante il periodo quaresimale, caratterizzato da penitenza e digiuno. In ogni caso, è una tradizione significativa da mantenere viva di anno in anno, facendola conoscere e rievocare anche dalle nuove generazioni.

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