Al via i festeggiamenti dell'antico culto a S. Antonio Abate

Assai venerato dall'antichità. Presenti due statue: nella chiesa di S. Giorgio e della Pietà

Hanno avuto inizio oggi, anche a San Nicandro Garganico, i festeggiamenti religiosi in onore di S. Antonio abate, l'eremita vissuto per 105 anni tra il II e il IV e ritenuto il fondatore del monachesimo cristiano. La sua figura fu da esempio preclaro per tutti i monaci fondatori di ordini cattolici e il suo culto divenne popolare in tutto il mondo, specie nel Medioevo, per essere invocato contro le malattie del corpo e dello spirito, contro il demonio e le eresie (specie quella Ariana, insieme a S. Atanasio, suo discepolo). In particolare, a lui e poi ai suoi monaci accorrevano folle per la cura dell'ergotismo, che successivamente prese il nome popolare di "fuoco di Sant'Antonio" (chiamato clinicamente herpes zoster): è il motivo per cui il santo viene rappresentato spesso con il fuoco e con il maiale, animale divenutogli sacro poiché dal suo grasso i monaci ricavavano unguenti per la cura del male. 

Il culto di Sant'Antuono, come veniva chiamato in vernacolo in tutto il Regno di Napoli, è molto antico anche a San Nicandro, dove risale proprio al Medioevo: ben due figure del santo sono affrescate nei due cicli pittorici presenti all'interno della chiesa romanica di S. Maria di Devia, risalenti il primo al XII (figura destra della foto) il secondo al XIV secolo (figura a sinistra). Sin dai documenti più antichi, inoltre, è attestata la presenza di un altare a lui dedicato nella chiesa di S. Giorgio in Terravecchia, la più antica aula cristiana della cittadina, dove ancor oggi si venera un'antica statua in legno e cartapesta. A metà Settecento, invece, la Confraternita della Pietà e Morte ne instaurò il culto anche nella nuova chiesa della Pietà, con un grazioso altare barocco in pietra leccese entro cui si venera un pregevole simulacro ligneo.

A partire da oggi e per i due giorni a seguire, nelle due rispettive chiese sannicandresi, ha avuto inizio il triduo in onore del santo, con la santa messa alle ore 18:30. Per la Confraternita della Pietà e Morte, il programma prevede l'accensione del fuoco davanti alla chiesa alle ore 7:30 di giovedì 17 gennaio, giorno della memoria liturgica del santo. Vi si celebreranno le messe alle 8 e alle 18:30, mentre alle 19:30 avrà luogo una serata folkloristica a cura del Gruppo Folk Sannicandrese, con balli in maschera e distribuzione dei ceci.

Accensione del fuoco alle 6:30 sempre il 17 gennaio, invece, nella chiesa di S. Giorgio in Terravecchia, con la celebrazione delle messe anche qui alle 8 e alle 18:30. Al termine della messa vespertina, intorno alle 19:30, avrà luogo l'antico rito della benedizione degli animali, per antichissima tradizione sacri a Sant'Antonio Abate, a cui seguirà la VI Sagra di S. Antonio Abate a cura della Confraternita di S. Maria di Costantinopoli, con musica e balli.

Con la festa di Sant'Antuono a San Nicandro si aprivano le danze del Carnevale sannicandrese, un tempo conosciutissimo in tutta la provincia, da cui il detto popolare "Sant'Antón' màsc'cur' e són'". E' il primo dei santi legati ai riti del fuoco, tradizione probabilmente mutuata dal paganesimo nel sincretismo che fece grande la religione cristiana: una volta erano numerosissimi i fuochi che la gente accendeva ai crocicchi delle strade per festeggiare la imminente fine dell'inverno, da cui l'altro detto "Sant'Antón' allònga n'ora" (cioè il giorno, le ore di luce si sono già allungate di un'ora) e scaldarsi al fuoco benedetto, del quale ognuno portava a casa, devotamente, un tizzone per benedire il focolare domestico.

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