Rifiuti, Vocale (PD): sindaco torni nella realtà e dia risposte

"Gestiscono da 3 anni, cosa c'entrano i debiti vecchi che stiamo già pagando?"

A seguito della nota del sindaco di San Nicandro Garganico, Pierpaolo Gualano, che lamenta ingiustificati attacchi alla sua amministrazione in materia di gestione dei rifiuti, il segretario del Partito Democratico sannicandrese e capogruppo in consiglio comunale, Matteo Vocale, ha inteso smentire, punto per punto, le dichiarazioni del primo cittadino.

«Con particolare curiosità, - scrive Vocale - nei giorni scorsi, abbiamo letto un titolone che recitava 'La rabbia del sindaco'. In un primo momento, si è temuto si trattasse di quella nota malattia virale che causa l'infiammazione acuta del cervello, con  segni come movimenti violenti, emozioni incontrollate,  confusione e perdita di coscienza. Leggendo la nota, al contrario, si è poi capito trattarsi di uno scatto d'ira, del sindaco, nel rispondere al sempre più rimbombante 'non fate nulla!'.

Dispiace che un sindaco, per giustificare l'inerzia di una compagine amministrativa tra le più inattive della storia, debba confondere i cittadini con informazioni sommarie, imprecise, volte a scaricare solo colpe su altri (ammesso che le abbiano), colme di un piagnisteo nauseante, come se i debiti del comune di San Nicandro li avesse scoperti lui e, quando si è candidato, non ne sapeva nulla. Ma, ammesso che così fosse, egli forse non sa che un sindaco i problemi non li denuncia soltanto ma li amministra e li risolve. Possiamo perciò pensare due cose: che il sindaco, oberato da una situazione che mai si sarebbe aspettato, tenti di salvare politicamente la faccia con lo 'scarica barile'. Oppure che lo stesso abbia bisogno di un richiamo alla realtà, perché forse vive in un altro comune.

Dunque, ritengo doveroso - spiega il segretario PD - che i cittadini sappiano la realtà delle cose citate malamente e a casaccio dal sindaco per giustificare il malfunzionamento di un servizio, quello di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti e della pulizia e igiene urbana, che lui e la sua amministrazione gestiscono da ben tre (dico tre) anni. Non sono i partiti o i movimenti a lamentarsi, come lui dice ma sono i tanti cittadini di San Nicandro che non tollerano più questo mal servizio della gestione dei rifiuti, a fronte di un loro impegno paziente e per certi versi sorprendente nella raccolta differenziata. La città è sporca, il personale addetto insufficiente, mancano perfino i cestini gettacarta, Torre Mileto è un immondezzaio: i cittadini chiedono di chi è la colpa. Per rispondere bisogna guardare solo al presente.

Dopo anni in cui anche i muri hanno capito da dove arrivano quei debiti con la discarica di Vieste, il sindaco dice che "ha trovato" e "ha pagato". Forse non sa che ci fu un periodo in cui i cittadini pagavano la tassa sui rifiuti, ma il comune non pagava il conferimento in discarica: una scelta politica, si disse, di cui potrebbe chiedere spiegazioni all'attuale coordinatore della sua lista civica, all'epoca vicesindaco, quando l'attuale sindaco non si interessava affatto dei problemi della città né interveniva in dibattiti politici. Dov'era il sindaco Gualano quando nel 2009 furono chiuse al sindaco Squeo, e quindi al nostro Comune, le porte della discarica (poi riaperte dal TAR) perché Vieste dal 2002 non aveva ricevuto un centesimo? Dov'era quando non si riusciva a pagare nulla perché la S. Giorgio SpA non passava i soldi dei contribuenti al comune, dopo che il governo aveva dimezzato i trasferimenti statali ai comuni? Dov'era, lui e i suoi attuali amici di amministrazione, quando per far arrivare i soldi dei contribuenti al comune (e cominciare a pagare anche Vieste), San Nicandro fu il primo comune d'Italia a cacciare coraggiosamente i "vampiri" della S. Giorgio? Se non lo sa, può chiedere dov'era anche il suo attuale vicesindaco e vicesindaco di tutti i tempi Altieri, che preferì non firmare quell'atto. Ad onor di cronaca e per amor di verità, poi, il debito riconosciuto attualmente al comune di Vieste è di circa 1.755.000 euro.

Si parla di ASPICA, facendo confusione su confusione: noi di Aspica, ad esempio, sappiamo che vinse un appalto nel 1999 e nel 2006 la trovammo come un bubbone puzzolente, con gestione pari a zero, scioperi continui dei lavoratori e montagne di rifiuti ovunque, chilometri per arrivare in discarica contati a doppio, crediti vantati dal Comune e mai versati (chissà dov'era il sindaco all'epoca!). Oggi, dopo processi con sentenze e riconvenzionali, forse il sindaco non lo sa ma risulta che Aspica deve restituire al comune alcune centinaia di migliaia di euro: se va a chiedere all'ufficio legale del comune, può essere che se ne convince.

Poi venne la Enerambiente, una ditta modello che fino al 2011 diede alla città un servizio decoroso e agli operatori condizioni più che dignitose. Quell'appalto, pur funzionando bene, costava al comune solo 1.600.000 euro, quello attuale è un disastro e ci costa 2.2000.000 euro. I debiti con la Enerambiente, derivano da risoluzione del contratto nel 2011, dopo segnalazione del Prefetto di Venezia per mancanza di requisiti gestionali della ditta. Ma forse il sindaco non sa che all'epoca, quando non si interessava dei problemi della città, quella ditta subì un danno quasi della stessa entità dei debiti che lui cita, per incendi di mezzi e attrezzature da parte della criminalità. Problemi, insomma, che il sindaco attuale non ha mai conosciuto nemmeno lontanamente.

Il sindaco si vanta, poi, della raccolta differenziata porta a porta, tra l'altro iniziata da un assessore che poi ha cacciato (ma questa differenziata è buona o no?), arrivata oltre il 45% grazie al solo impegno dei cittadini e poi scesa di nuovo al 40% ma non sa ancora dirci, dopo mesi che lo chiediamo, per quale motivo i cittadini differenziano i rifiuti e la TARI aumenta e si continua a pagare l'ecotassa. La bravura di un'amministrazione sta nel far ricadere i benefici della differenziata sulle bollette dei contribuenti. E ci chiediamo per quale motivo il dirigente che ingiungeva penalità alla ditta appaltatrice per inottemperanza ai dettami contrattuali, è stato prontamente rimosso. Al sindaco, quasi due mesi fa noi del PD abbiamo fatto una interrogazione molto dettagliata sulla gestione del servizio rifiuti, in cui chiedevamo risposta punto per punto: perché ci ha risposto in sole quattro righe, con un timido e tardivo impegno a contestare e denunciare la ditta in caso di inadempienza?

Ma, cosa più grave, il sindaco dice che ha pagato i debiti. Ricordiamo perciò ai cittadini che i debiti li stanno pagando loro, perché il prestito dei 9 milioni di euro (come non dimenticare il quasi goliardico "bye bye dissesto" di due anni fa!?) lo restituiamo in rate da 500 mila euro compresi interessi. Non solo: la delibera di giunta n. 33 del 19 dicembre 2013, con cui si decide finalmente la Procedura Semplificata, nonostante la sua grande importanza politica e amministrativa, non reca la firma del sindaco, perché unico assente.

E chiediamo al sindaco, dato che l'attuale appalto è in scadenza, se si sia cominciato a discutere del nuovo capitolato d'appalto, da fare sugli errori di quello attuale. La situazione è difficile, lo sappiamo semplicemente perché lo ripetevamo già dalla campagna elettorale di 3 anni fa. Ma non possiamo accettare che un sindaco e un'amministrazione politicamente chiusi in se stessi, sconosciuti oltre Ingarano, che non hanno mai accettato consigli o suggerimenti solo perché siamo di opposizione, che quando abbiamo teso la mano ci è stato risposto "ce la facciamo da soli", non possiamo accettare che tengano la città in ostaggio raccontando bugie e cose non vere soltanto per crearsi degli alibi e coprire le proprie inadempienze politiche.

Al sindaco, che rispettiamo e stimiamo come persona ma a cui ci rivolgiamo come sindaco, chiediamo di scendere dalla luna e ritornare nella realtà, rispondendo alle domande dei cittadini sul perché il servizio non funziona. E casomai, quando sarà ritornato, di passare per l'ufficio protocollo del Comune a rassegnare le dimissioni. Diamo alla città la possibilità di rimettersi in gioco, perché così - e lo sa anche lei, sindaco, sebbene non lo ammetterà mai - le cose continueranno a non funzionare per almeno altri due anni».

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