Nomine Asp Zaccagnino, assolti Monte, Di Salvia e De Luca

I tre sono stati ritenuti non responsabili del reato contestato di abuso d'ufficio

Sono stati assolti con formula piena Nicandro Di Salvia, Vincenzo Monte e Nazario De Luca dall'accusa di abuso d'ufficio, al termine di un processo nato da una denuncia del legale sannicandrese Giuseppe De Luca.

L'ex numero uno dell'Asp Zaccagnino, Nicandro Di Salvia, l'ex primo cittadino di San Nicandro, Vincenzo Monte, e l'ex presidente dell'assise comunale, Nazario De Luca, sono quindi usciti indenni dal procedimento a loro carico che li vedeva coinvolti per un affaire legato alla nomina di un consigliere. 

In sostanza - come la nostra testata aveva già dettagliatamente riportato lo scorso anno - l'abuso, secondo l'accusa, consisteva nell’aggirare la procedura di nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione dell’Asp. Infatti, nel caso in questione, il presidente Di Salvia - benché con le dimissioni dell'allora consigliere dell'Asp Giuseppe De Luca sarebbe decaduto l’intero CdA ridottosi a 2 membri su 5 - anzichè comunicare le dimissioni del legale alla Regione Puglia (competente per materia) per decretare lo scioglimento del CdA, le ha comunicate al Comune di San Nicandro Garganico chiedendo la surroga del consigliere dimissionario. Qui, il sindaco Monte ha richiesto la convocazione “straordinaria urgente” al presidente del consiglio comunale, Nazario De Luca, che ha assecondato la richiesta del sindaco.

Non solo. Anche la mancata comunicazione del cambio in CdA era contestato a Di Salvia, che si discolpò portando copia della missiva dinnanzi al pm Sabusco. All’esito della votazione del consiglio comunale (dove De Luca ottenne 3 voti e Arcangela Tardio solo 1), il sindaco Monte nominò quale rappresentante della minoranza del consiglio comunale (all’epoca di centro-destra) nel CdA dell’Asp Zaccagnino, proprio Arcangela Tardio, già segretario del Pds e ritenuta dal ricorrente persona di fiducia proprio di Di Salvia, alterando così la rappresentanza comunale dove la maggioranza era all’epoca pure di centro-sinistra.

Oggi, ad un anno dal rinvio a giudizio, i tre vengono assolti dai magistrati del Tribunale di Foggia perché "il fatto non sussiste".

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