Un cane, una notizia e una bufala

Sabato scorso, 2 luglio, è morto Skipper. Era un barboncino di dieci anni, nero come il carbone.

È stato trovato alle sette di mattina, dilaniato, su una strada urbana asfaltata, di quelle larghe, rare, che si trovano in alcune periferie. Il cinocidio è stato perpetrato certamente da uno di quegli irresponsabili conducenti di veicoli che su quelle strade periferiche talvolta sfrecciano incoscienti. È gente che ha fretta di rientrare a casa dal lavoro o in ritardo sulla partenza; oppure sono pischelli che, pur avendo conseguito la patente, non ancora si rendono conto appieno delle potenzialità, sia di civiltà che di pericolo che hanno sotto il sedere. O anche sono conducenti di veicoli di servizio che, pensando che la mattina presta ci siano solo loro in giro, specie in periferia, si producono in pericolosi strappi alla regola di usare dolcezza verso i motori e i freni dei loro veicoli.

Già, ma i veicoli non sono i propri. Skipper era andato –  giusto in periferia – a sgranchirsi un po’, com’era solito. Una decina di minuti prima di rientrare, come d’abitudine, per salutare il padrone di casa in partenza per il lavoro e rimanere in casa. Certo, in un rapporto di simpatiche relazioni, come capita più facilmente con gli animali a volte, più che con le persone. Perché Skipper aveva dei padroncini che l’hanno atteso invano per qualche mezz’ora, prima di impegnarsi in una ricognizione nei paraggi e fare la sconcertante scoperta.

Vi assicuro che nella loro casa c’è stato il lutto. Nessuno aveva voglia, non dico di amenità ma nemmeno di fare le cose essenziali come la spesa e le altre incombenze casalinghe. Qualche ora dopo la notizia è balzata nel vicinato e alcune signore dai balconi o dalle terrazze hanno lamentato che in quella periferia succedono cose turche. Immagino sufficientemente. Succedono anche in centro.

Certo, c’è il sole ed alcune persone in cura psicologica – peggio se neanche in cura – dovrebbero stare “ritirate”, tranquille e non andare a farsi le birre o i bicchierini di superalcolici nei bar, montando su tutte le furie se le alterazioni gli prendono il cervello e cominciano a scaraventare vergate sulle auto altrui che per sfortuna si trovano lungo il loro folle vagare, imprecando e farfugliano spesso non si sa cosa.

Qualcuna delle signore indignate del quartiere periferico ha detto di essere stata dal sindaco a lamentare la situazione. Precisava che non si vede una macchina dei vigili, né una dei carabinieri per quelle strade. E io che rassicuravo un po' insicuro: «Non si vedono più perché ora ci sono le telecamere nascoste e tutto sta sotto controllo. Che devono girare a fare, a sprecar carburante?» Ora dovrò accertarmi al più presto che quello che ho così candidamente assicurato corrisponde al vero perché non sono poi tanto sicuro che le telecamere ci siano, e soprattutto se sono nascoste e massimamente  se funzionano. Di sicuro l’avrò detta grossa anche sullo  “sta tutto sotto controllo”.  Signore, se ho torto tornerò, curvo sotto il peso delle mie insicurezze. 

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