Tre donne sannicandresi alla "Scorta per la Memoria"

''Dedicare un giorno della propria vita a chi ha donato la vita per gli altri". È lo spirito dell'iniziativa "Scorta per la memoria" promossa da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia con gli agenti della sua scorta 29 anni fa a Palermo, in via D'Amelio. Lanciato via social, dallo stesso Salvatore Borsellino  fondatore dell'associazione "Agende rosse" l'invito è stato raccolto da centinaia di persone che sono giunte da ogni parte d'IItalia per partecipare al presidio permanente, attivo dal 1° maggio al 31 luglio di quest'anno.

La memoria, come dovere civico, impegno morale nei confronti di uomini e donne sacrificati per difendere i valori di legalità, giustizia, libertà e sulla cui morte sono ancora tante le domande senza risposta. Lo dobbiamo a loro che credevano nello Stato, lo dobbiamo a noi e a chi verrà dopo di noi, perchè la loro morte non sia stata inutile. Novantadue giorni di presidio presso l'albero della pace, dedicato alla memoria di Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter con i volontari delle agende rosse: Davide Minio, la giovanissima Alessia Dominici, Alessandra Giustiniani,  Giuseppe, Samuele, Giusy ed altri, a cui si sono aggiunti volti e nomi diversi ogni giorno, tutti spinti dal grande desiderio di esserci, di testimoniare con la presenza un'appartenenza, la condivisione di valori e la speranza che quei martiri non siano morti invano.

In via D'Amelio la richiesta di giustizia è viva e palpitante, come viva e palpitante è ancora la commozione per quelle vite spezzate ricordate con ogni sorta di segno (disegni, oggetti, fazzoletti, bandiere, ecc) depositato dalle migliaia di visitatori: scolaresche, gruppi parrocchiali, famiglie con bambini, gruppi di adolescenti, giovani turisti, adulti, anziani. Una grande emozione anche per noi essere lí per un giorno, commosse dal racconto di Davide, Alessia ed Alessandra:  "L'albero della pace sorge sul cratere lasciato dall"autobomba che dilanió Paolo e i ragazzi della sua  scorta. Fu la mamma a volerlo, per far nascere un simbolo di pace e giustizia in quel luogo di morte che vedeva ogni giorno, affacciandosi al balcone. La piantina giunse insieme ad altre tre da Betlemme e fu piantata esattamente un anno dopo la strage, il 19 luglio 1993. Ora è un rigoglioso e possente albero di ulivo, ogni anno carico di frutti. Nella simbologia del luogo l'albero con i suoi rami rappresenta il giudice Paolo Borsellino e i giovanissimi agenti morti con lui e una lapide con i loro nomi, disposti in modo da creare l'acronimo di pace, li commemora".

Tanti i racconti e le testimonianze condivise da familiari ed amici di vittime di mafia, riuniti intorno ad un intento comune, quello di ottenere giustizia. Tra i partecipanti al presidio, abbiamo avuto il privilegio di conoscere ed ascoltare i racconti di anche Antonio Vullo, agente di polizia sopravvissuto alla strage di via D'Amelio e Massimo Sole, fratello dì Gianmatteo, barbaramente trucidato dalla mafia. Siamo state per un giorno "Scorta per la memoria", ma resta permanente il nostro impegno per la memoria di quei martiri e per affermare verità e giustizia.

Anna Lucia Sticozzi, Arcangela Tardio, Cinzia Pescara

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