Andrea Colletta, Onorino Trapani e i F.lli Mascolo: agli albori dei cinema in San Nicandro G.co
Parte II^ - Protagonisti e personaggi. Come anticipato, il primo locale cinematografico di S. Nicandro venne aperto da Andrea Colletta negli anni 1947-1948. Un locale di minute dimensioni – era un vecchio mulino riadattato - al quale si accedeva attraverso un portoncino. In ragione delle contenute dimensioni, tale cinema era chiamato il “Pidocchietto”. La maschera addetta al controllo dei biglietti era Orazio il muto, il quale, quando si faceva un po' di chiasso, per ripristinare il silenzio minacciava di intervenire con il suo sf’laccion (nessuno stupore, si consideri che a scuola le bacchettate rappresentavano uno strumento educativo!). Il paese usciva distrutto dalla guerra, la gente aveva voglia di socializzare, di uscire, di stare insieme agli altri. Per ripartire aveva bisogno di una forte spinta e fu allora che Andrea Colletta si inventò maestro di vita. Per primo aveva compreso che il cinema, con il suo fascino magico, avrebbe rappresentato un modello di riferimento ideale per far crescere tutta la popolazione. Andrea era un sannicandrese che aveva sposato una donna anconetana (Fortunatina), la quale, era venuta ad insegnare a S. Nicandro dove mancavano le maestre. Si dice che nella sua scelta di investire sul cinema venne influenzato dalla moglie, molto istruita e colta. In ogni caso, ciò nulla toglie al valore dell’opera realizzata, portatrice di una nuova dimensione culturale da insediare nel suo paese. Dopo il Pidocchietto, Andrea Colletta, portando a compimento la sua opera nel 1949/50, costruì il Cine Teatro Italia. Al cinema Italia, la maschera era Pasqualino, soprannominato Pic’pcionna, faceva anche l’operatore di proiezione ed il lavoro di banditore. A staccare i biglietti c’era N’giulin Lumin Lumin. Nel 1955 Onorino Trapani, imprenditore edile costruttore di numerose palazzine, inaugurò l’omonimo cinema. Di frequente presenziava personalmente il botteghino; per il controllo dei biglietti c’erano, invece, Zi Rocc’ e i f.lli Scior’. Compito delicato perché, nell’atrio, erano state disposte delle transenne mobili per separare i bagni ed il bar dalla parte superiore della sala per accedere alla quale si pagava un prezzo maggiore. Ad ogni modo, con l’apertura degli altri due cinema, la vita culturale della nostra cittadina pian piano iniziò a riprendersi. Il cinema F.lli Mascolo venne inaugurato nel 1962/63. Tutti e tre hanno contribuito ad arricchire il bagaglio culturale del capitale umano e sociale, ovvero di tutti i cittadini che all’epoca erano assetati di conoscenza ma volevano anche divertirsi. I cinema furono luoghi di riferimento e storici punti d’incontro i quali, immediatamente dopo la loro apertura, hanno conosciuto tempi gloriosi, registrando il tutto esaurito quasi ogni sera. Rappresentavano, tra l’altro, anche una delle poche possibili evasioni domenicali. Personaggi fondamentali dei cinema sannicandresi sono stati i banditori i quali, con le loro auto (la Topolino, in particolare) pubblicizzavano i film che si proiettavano nelle tre sale. La concorrenza era spietata. Per il cinema dei F.lli Mascolo, il banditore era Dumin’c’ Nas Rosc’, l’elettricista, il quale con il suo megafano sistemato sull’auto reclamizzava i film da proiettare la sera: “Accorrete in massa. Questa sera al cinema Mascolo in prima visione assoluta c’è Via col vento. Un avvenimento mondiale. Accorrete tutti”. I film e gli spettacoli serali venivano pubblicizzati anche attraverso l’affissione delle relative locandine su grossi cartelloni pubblicitari fissati al muro vicino all’ingresso dei locali. Il cartellone del cinema Trapani, invece, era esposto di fianco al bar “du’ Lapon”. Andrea Colletta, Onorino Trapani, ed i F.lli Mascolo erano perfettamente consapevoli dell’impatto sociale svolto dal cinema e del suo ruolo para-pedagocico. Dei F.lli Mascolo si ricorda in particolare Domenico, segretario scolastico, cugino degli iniziali proprietari. Molti ricordano anche una donna che i compaesani avevano soprannominato la Dama Bianca per i suoi bellissimi capelli, sottilissimi e biondi. In una futura storia dei cinema troverebbe un posto prenotato anche Ninì Mascolo. Quest’ultimo, dopo aver abbandonato la sua carriera di pugile, a S. Nicandro gestì l’energia elettrica. Fu lui, insieme a Domenico che, per evitare le frequenti interruzioni della corrente, fece costruire una nuova “cabina” e, quindi, attraverso il potenziamento della rete elettrica diede la possibilità di assistere agli spettacoli senza pause. Con la nascita del monopolio, alla fine della carriera lavorativa Ninì non volle entrare nell’Enel e si trasferì alle Poste. Questa narrazione ha evidenziato sottilissimi aspetti sociologici nell’ambito dei quali giganteggia lo spirito di avventura, a S. Nicandro, dei pionieri della settima arte. Vero é che i giovani oggi osservano come le sale cinematografiche siano diventate luoghi di degrado, edifici fatiscenti e morenti; ma è altrettanto vero che i nostri cinema rimangono testimoni di un’epoca irripetibile la quale, per 50 anni, ha fatto meravigliare, stupire e sognare generazioni intere. Ecco, forse adesso è arrivato il momento che l’opera meritoria dei veri, assoluti protagonisti della stagione cinematografica, riceva un giusto riconoscimento collettivo. Dopo aver incardinato i predetti personaggi (Colletta, Trapani, F.lli Mascolo) nella storia della comunità paesana, dobbiamo, in segno di gratitudine, esprimere loro un pubblico, postumo ringraziamento. Che credo possa essere condiviso da tutti quei cittadini che conservano la memoria dei cinema scomparsi, per i quali tali strutture hanno costituito una parte molto significativa del proprio vissuto. Che nostalgia quelle sedute in legno!
Francesco Sticozzi