Culto e processione dei Santi Patroni

I santi Nicandro, Marciano e Daria furono martirizzati il 17 giugno 303 d. C. a Venafro, città nella quale abitavano, per volere dell’Imperatore Diocleziano, a causa della loro conversione definitiva ed irreversibile al Cristianesimo, religione allora dilagante nell’Impero Romano al punto tale da mettere in discussione non solo il paganesimo ma anche gli equilibri di potere dell’Impero stesso.

Nicandro e Marciano erano due ufficiali dell’esercito romano, nati presumibilmente in Bulgaria, che erano stati stanziati nella colonia romana di Venafro, dove dimoravano tra l’Anfiteatro (ancor oggi esistente) ed il Tempio della dea Bona, sul quale in seguito verrà costruita la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Daria era la moglie di Nicandro che, convertitasi anche lei in Cristo, convinse ed esortò il marito a non tornare più indietro nella sua scelta di fede e perciò subì anch’essa il martirio, ma solo in un momento successivo rispetto al consorte e a Marciano.

I corpi dei tre martiri furono sepolti alle porte della Venafro romana, verso est-nordest, nel punto dove fu poi eretta una chiesa cimiteriale a loro intitolata la quale dal 1573 è tenuta dai padri Cappuccini e dove nel 1933, sotto l’altare maggiore, sono stati rinvenuti i resti mortali dei tre santi martiri che trasudano la “santa manna”, un liquido ritenuto prodigioso, in occasione di particolari ricorrenze liturgiche.

I SS. Nicandro Marciano e Daria, oltre ad essere patroni della Città di Venafro e della Diocesi di Isernia-Venafro, sono anche i patroni di San Nicandro Garganico. In questo comune il culto dei tre santi martiri giunse solo nel XVII secolo per via della transumanza delle pecore tra la Capitanata ed il Molise, che per secoli comportò anche scambi culturali e oltre che agropastorali e commerciali.

L’introduzione di tale culto trovò il favore del clero locale e dei Cattaneo, feudatari sannicandresi che ivi promossero la cultura e lo sviluppo economico.

Inoltre nel comune garganico vi fu l’arrivo di alcune reliquie dei tre santi portate da un frate francescano proveniente da Venafro. Prima del Seicento il patrono del centro garganico era presumibilmente San Nicandro, vescovo di Mira, al quale era dedicata una chiesa oggi non più esistente presso la quale si formò l’abitato. Ma il culto di questo santo vescovo nel corso del tempo perse la sua popolarità, al punto da cadere in disuso.

A San Nicandro Garganico i simulacri lignei e policromi dei tre santi patroni sono custoditi all’interno della Chiesa Madre di Santa Maria del Borgo dove sono esposti alla venerazione dei fedeli durante la novena che inizia ogni anno l’otto giugno. Nel giorno della loro festa, il 17 giugno, dopo la messa solenne c’è la consuetudine di ungere i fedeli con la “santa manna” proveniente dal sepolcro di San Nicandro a Venafro. Subito prima della processione, alle ore 19:00 e sempre nella Chiesa Madre, avviene la consegna della chiave della città garganica da parte del sindaco nella mano sinistra della statua di San Nicandro.

Le statue dei tre patroni sono precedute in processione innanzitutto dal colorato corteo delle associazioni (laiche e religiose) e delle confraternite sannicandresi con i loro gonfaloni, e poi dalla statua di San Michele arcangelo, invocato dalla popolazione contro i terremoti e le disgrazie nonché patrono della Provincia di Foggia e del Gargano.

Ai Santi Patroni fanno seguito il clero sannicandrese e la statua dell’Immacolata, compatrona della città, il cui culto è anch’esso molto sentito dalla popolazione sannicandrese per consolidata tradizione e per via delle grazie ricevute. Al simulacro dell’Immacolata fanno seguito il gonfalone della città, il sindaco con le autorità civili e militari, la banda musicale ed i fedeli.

Tutte e cinque le statue lignee sono portate a spalla dai membri delle confraternite (quelle di San Michele, di San Marciano e dell’Immacolata) oppure da cittadini in borghese (quelle di Santa Daria e di San Nicandro). I portatori delle statue si alternano durante le soste della processione che avvengono in corrispondenza dei tavoli apparecchiati su cui si appoggiano momentaneamente le statue, mentre si recitano le preghiere. I tavoli imbanditi vengono collocati in punti precisi del percorso dagli abitanti delle strade interessate.

Il percorso processionale dapprima raggiunge la Terravecchia, il più antico nucleo della cittadina garganica, e poi si snoda attraverso il centro storico ed i quartieri moderni per ritornare lungo le principali vie del centro verso la Chiesa Madre. Quest’anno (2012) il percorso è stato più lungo perchè ha raggiunto l’ospedaletto R.S.A. “San Raffaele”. Lungo l’itinerario del corteo processionale in onore dei Santi Patroni vengono appesi ai balconi delle abitazioni i copriletti dai vari colori e finemente ricamati e sono anche accese alcune batterie pirotecniche.

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