Disagio per dializzato, la famiglia scrive al Procuratore

Riceviamo e pubblichiamo l'esposto a firma del sig. Andrea Di Pietro

Ill.mo Procuratore della Repubblica, Dott. Ludovico Vaccaro

 

Con il presente esposto intendo evidenziare le gravi mancanze nella gestione di un malato, mio padre, che hanno comportato gravissimi disagi a me ed alla mia famiglia.

Lo scorso febbraio, a seguito di un malore, sono stato costretto a chiamare un'ambulanza per soccorrere mio padre, ignorando che sarebbe iniziato un calvario umano ed economico che ancora non si è concluso.

Da febbraio ad oggi, mio padre ha trascorso due mesi in Ospedale a San Severo e, successivamente, tre mesi presso la RSA “Madonna della Libera” di Rodi Garganico per la riabilitazione.

Attualmente, mio padre si trova a casa, perché le RSA sono al completo e siamo in lista di attesa. Nel frattempo, deve sottoporsi due volte a settimana alla dialisi, per la quale è necessario il trasporto da casa fino alla struttura ospedaliera (Centro Dialisi di San Nicandro Garganico).

Dato che risiedo e lavoro in Lombardia, non ho la possibilità di trasportare personalmente mio padre per le cure necessarie e mi sono, dunque, rivolto al Centro Dialisi di San Nicandro Garganico (FG). Tale centro mi ha rimandato alla Croce Rossa Italiana di San Nicandro Garganico per il trasporto.

Ho richiesto, quindi, il servizio contattando il Presidente della Croce Rossa Italiana di Ischitella, a cui fa capo San Nicandro Garganico, spiegando che la mia famiglia abita in una palazzina al terzo piano senza ascensore. Mi hanno risposto che il servizio sarebbe stato erogato a condizione che facessi trovare mio padre al piano terra nell’area “box”, cosa assurda e irrealizzabile poiché questi malati non possono essere “sballottati, in quanto pericoloso per la loro salute.

Ho, dunque, chiesto se la Croce Rossa Italiana potesse trasportare soltanto i disabili che abitano al piano terra.

Per giustificarsi, il presidente della CRI ha affermato di non avere a disposizione nè mezzi nè uomini in grado di svolgere il servizio e che, nel caso in cui qualcuno si fosse fatto male, egli stesso avrebbe corso dei rischi (viene anche qui da domandarsi se gli operatori CRI locali siano provvisti di assicurazione).

Data l’impossibilità di trasportare personalmente mio padre, sono stato invitato a contattare un’ambulanza privata; cosa che ho fatto, sobbarcandomi costi che non mi sarà possibile sostenere a lungo, considerando la pensione statale percepita da mio padre e considerando che le sedute di dialisi alle quali, per ora, deve sottoporsi sono due a settimana.

Successivamente, sono stato in più uffici dell'ASL, fino ad incontrare il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale, che, quando mi ha ricevuto, mi ha subito fatto presente che non avrebbe potuto aiutarmi. Ha, poi, effettuato una serie di telefonate al Centro Dialisi di San Nicandro Garganico chiedendo loro come mai mi avessero mandato da lui, dato che il problema avrebbero dovuto risolverlo lì (a San Nicandro). Tornato a San Nicandro, mi sono recato presso il Centro Dialisi e ho parlato con una dottoressa (dietro suggerimento del Direttore Generale della ASL), ma, anche lei, non ha saputo fornirmi informazioni utili.

Mi domando, a questo punto, se sia possibile accettare una situazione del genere e La invito anche a considerare un aspetto non indifferente: chi non può permettersi un’ambulanza privata e vive situazioni simili o peggiori, cosa può fare? Siamo davanti ad una grave discriminazione: obbligare le persone a rivolgersi ad un privato per avere una prestazione che dovrebbe essere fornita dal Servizio Sanitario Nazionale!!!

Quali sono i diritti dei malati e delle loro famiglie?

Per questo motivo, ho ritenuto opportuno rivolgermi a Lei, nella speranza che possa aiutare me e tutti coloro che vivono il medesimo disagio, per far luce sulle criticità della nostra Sanità Pubblica, che non possono essere accettate.

 

Andrea Di Pietro



 

Menu