Il silenzio sannicandrese nella settimana Santa

Sono arrivato a San Nicandro Mercoledì Santo, il tempo di assistere alla processione della via Crucis svoltasi nella serata. Ho notato tantissimi fedeli percorrere le strade del paese intenti a pregare e cantare brani religiosi di dolore.

Il corteo si è fermato nel mio quartiere nativo “Vigna di Brenna” per meditare su una delle quattordici stazioni della Passione di Gesù. Ho ricordato tutte le persone scomparse durante la mia infanzia, le grida di dolore dei loro familiari, il rispetto che dedicavano ai loro defunti e tutte le conseguenze successive. Ricordo che le donne si vestivano di nero e non uscivano di casa per sei mesi, mentre gli uomini portavano una fascia di stoffa nera alle maniche delle giacche e dei cappotti e alle camicie venivano attaccati dei bottoni ricoperti di nero, il rigoroso silenzio veniva osservato da tutti i componenti della famiglia per diverso tempo. Lo stesso silenzio che i partecipanti alla processione vestiti di scuro hanno percorso le vie del paese.

La sera del Giovedì Santo ho visitato le sette chiese partendo dalla chiesa Madre ed ho recitato in ognuna di essa: tre Padre Nostro, tre Ave Marie, tre Gloria, tre Eterno Riposo e ho terminato con la chiesa di partenza. I luoghi Sacri erano allestiti di fiori freschi, le pareti e gli affreschi di ognuna di essa erano completamente ristrutturati e le candele accese esaltavano il colore delle statue dei Santi. I fedeli pregavano in assoluto silenzio, contemplando con gli occhi del cuore le immagini dolorose della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.

La chiesa di San Giovanni ha risvegliato in me numerosi ricordi, sull’Altare era posta una Croce in legno con sopra germogli di grano, simbolo del Sepolcro come il chicco di grano dalla terra rinasce e produce un buon raccolto, così Gesù dopo il Suo Sacrificio è stato deposto nel Sepolcro per Risorgere e salire in cielo donandoci la Salvezza Eterna .

Il Venerdì Santo nel tardo pomeriggio le strade del paese erano affollate da spettatori provenienti da ogni rione per vedere e per accodarsi al corteo della processione. Un tempo molti fedeli partecipavano al corteo a piedi nudi, rispettosi verso il Signore per l’esempio che ha mostrato a tutti. Durante l’ultima Cena ci ha donato il suo Corpo ed il suo Sangue, ha lavato i piedi agli amici in segno di umiltà, insegnando il sentimento dell’amore, condividendo l’intimità profonda con il Suo traditore, poi la cattura, la passione, la morte. Le confraternite di ogni chiesa erano al seguito con le statue di Gesù portate in spalle, più diventava buio e più le statue apparivano vere per il colore e per le loro fattezze. Le statue rappresentavano i vari episodi della Passione.

Il corteo era così composto: davanti i piccini con piccole croci sulle spalle, una bimba vestita da Veronica con al petto la faccia di Gesù coronata di spine; per ultima la statua della Addolorata il cui abito, ancora intatto è stato confezionato molti anni fa da donne devote e fedeli, ai lati della Madonna le carmelitane con il capo ricoperto da velo nero, rappresentanti del dolore straziante della madre di Cristo.
Al seguito erano presenti le massime autorità del paese: il Sindaco con la fascia tricolore, al suo fianco una Signora elegantissima con abito scuro, mi ha colpito il suo portamento come rappresentasse due epoche: l’antico e il moderno.

Il corteo si è svolto in un’atmosfera rispettosa contraddistinta dal nero e dal silenzio, ogni movimento dei partecipanti era ordinato e composto.

Il momento più toccante è stato quando la Madonna veniva posta davanti alla Sua chiesa ed il coro delle confraternite intonava il Miserere sbloccando l’emozione di tutti i presenti.

La predica del Sacerdote ha esortato i fedeli ad implorare assiduamente il sostegno di Cristo, nulla si ottiene senza il Suo aiuto, non illudiamoci di risolvere da soli i problemi della nostra esistenza, la nostra indipendenza.., il nostro stupido orgoglio ci porterebbe alla disperazione, al totale fallimento, finiremmo per essere dei poveri illusi sprovvisti, senza la Fede. Questo è tempo di riflessione e meditazione, la purezza della nostra anima necessita del Suo Perdono, anche noi dovremmo perdonare il prossimo, ce lo ha insegnato in prima persona sul legno della croce: Dio perdona loro che non sanno ciò che fanno. Tutti esempi che necessitano di meditazioni e silenzi, il silenzio imposto da Dio che rinnova la passione di Cristo per l’uomo. Silenzio fatto di sguardi, intensità di Fede che emoziona e genera le oasi della Pace. Deponete sotto il manto della Madonna le vostre ansie, le vostre preoccupazioni, i vostri progetti, affidatevi alla Divina Misericordia perché il nostro metodo, faccio da solo tutto io, non modifica i disegni di Dio. Prendiamo esempio dalla Madonna che ha racchiuso nel Suo petto il dolore dei chiodi infissi nella carne del proprio figlio e il costato lacerato dalle lance dei giudei, rispettosa della volontà Celeste. Così ha concluso il Sacerdote alla folla immobile e silenziosa.

Un altro momento toccante è stato quando tutte le statue di Gesù si allontanarono da quella dell’Addolorata, un distacco quasi veritiero avvertito da tutti i presenti silenziosi e riflessivi. Poi il suono assordante delle linguette di legno delle troccole che vibravano all’ingranaggio dentato fino a quando l’ultima statua scomparve alla vista dei partecipanti.

I miei compaesani mi hanno impartito una vera lezione di vita con il loro rispettoso silenzio, col modo in cui sanno rinnovare la Passione, il sacrificio di Cristo, il dolore della Madonna.
Sono certo che nei loro cuori è accampata tanta Spiritualità.

Antonio Monte da Milano

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