Festa di San Antonio Abate nella Chiesa di San Giorgio

Il 17 gennaio il falò e la benedizione degli animali

Si svolgeranno anche presso la Chiesa di San Giorgio, in Terravecchia, i festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate. Dal 14 al 16 gennaio alle ore 18:30 la Santa Messa, mentre il 17 gennaio le Messe saranno alle ore 8:00 e alle 18:30.

Al termine della celebrazione ci sarà la benedizione degli animali sul sagrato della Chiesa, e festa intorno al "Falò di San Antonio".

Tanti sono gli appellativi dati a questo Santo come: sant’Antonio il Grande, sant’Antonio d’Egitto, sant’Antonio del Fuoco, sant’Antonio del Deserto, sant’Antonio l’Anacoreta (Qumans, 251 circa – deserto della Tebaide, 17 gennaio 357), fu un eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.

Festeggiato un po’ ovunque sul territorio italiano, da Nord a Sud, alla sua devozione popolare sono associate le benedizioni agli animali domestici, i falò che si accendono e da cui la festa prende il nome popolare di “Falò di S. Antonio”. Il fuoco, infatti costituisce uno degli attributi iconografici legati alla figura di S. Antonio, al punto che ad alcune patologie caratterizzate da eritemi cutanei viene dato ancora oggi il nome “Fuoco di S. Antonio".

La tradizione cristiana vuole che Sant’Antonio Abate venga rappresentato nell’iconografia e nella letteratura come il protettore degli animali.

La credenza popolare vuole che il diavolo s’incarni nel maiale, così le immagini religiose del Santo con accanto un porco sottomesso, hanno finito per farlo diventare anche il protettore di tutto il bestiame. San Antonio Abate lo si celebra sia con una benedizione agli animali impartita sul sagrato della Chiesa, sia accendendo grandi falò per purificare il terreno da sterpi e foglie.

Inoltre il santo è patrono del focolare domestico perché sarebbe capace di sottomettere fiamme e demoni, e ancora di più ritenuto in grado di far guarire herpes dolorosissimi come il “fuoco di Sant’Antonio”. Nell’iconografia lo si raffigura sempre con un porcello munito di campanella a fianco del santo egiziano: e la leggenda vuole che il porcellino sia stato “complice“ nell’aiutare Sant’Antonio a rubare il fuoco degli inferi per donarlo al popolo, che soffriva il freddo.

Fonte: Amici SantaMaria DelBorgo

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