Fatta la legge, trovato l'inganno. La solita storia all'italiana

La questione delle frodi allo stato nell’elargizione dei crediti per il “superbonus 110%” è lo specchio della nostra società, dove sull’altare dell’individualismo si sacrifica il bene comune.

Oltre 4 miliardi di Euro, ovvero quasi due decimi dei fondi che ogni anno lo Stato destina alla legge di stabilità o ex finanziaria, sono stati rubati dalle mafie, dai criminali comuni, dai colletti bianchi e dai privati cittadini che hanno sfruttato i cavilli della norma.

Quei 4 miliardi di Euro, anche se si stima una cifra ancor superiore, appartengono a tutti noi. Appartengono a tutti i cittadini onesti che con il proprio lavoro e il proprio sudore contribuiscono al sostentamento del “sistema Italia”.

La rabbia più grande deriva dal fatto che con quei soldi si sarebbero potuto mettere delle “pezze” al Servizio Sanitario Nazionale, o si sarebbero potuti utilizzare per le amministrazioni locali e per le famiglie in difficoltà. Ancora, si sarebbero potuti usufruire per arginare l’aumento spropositato del prezzo dell’energia elettrica e del gas e, infine, quelle risorse sarebbero servite per limitare l’inflazione. Insomma, sono tantissimi soldi che lo Stato avrebbe potuto utilizzare per i cittadini ma che per colpa dei soliti furbi non potranno essere più impiegati.

Il Governo si sta attrezzando per il “bollino antifrode” ma la sensazione è che, ormai, la frittata sia fatta e che lo Stato non sarà più in grado di rintracciare e re-incamerare la maggior parte di quelle risorse, a danno di tutti i cittadini e delle società oneste.

 

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