Un operazione per salvare la "Masseria Chirò"

La masseria sarà al centro di un processo di recupero della Soprintendenza della Belle Arti

Un operazione di salvataggio verterà la Masseria Chirò (o Casino Caruso), in territorio di San Nicandro Garganico, che costituisce uno dei più emblematici esempi di masserie fortificate della Puglia Settentrionale. Essa sarà al centro di un processo di recupero e di valorizzazione. Lo annuncia la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia.

“Risalente al XIX secolo, si tratta di una struttura produttiva di carattere agricolo e pastorale fortemente caratterizzata da elementi architettonici quali il timpano sulla facciata e le quattro torri angolari, un tempo necessarie per la difesa da eventuali attacchi da parte di bande armate. – annota la Soprintendenza – L’edificio è ricco di fregi e decorazioni lapidee mentre all’interno, al piano nobile, sono visibili stanze con decorazioni pittoriche parietali di stile barocco e impero con temi mitologici. Per la sua importanza architettonica, Masseria Chirò è stata sottoposta al procedimento di dichiarazione di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 comma 3 del Codice dei Beni Culturali, un atto importante che consentirà una migliore tutela e valorizzazione del bene”. La fortificazione era necessaria per far fronte al fenomeno diffuso del banditismo. I proprietari terrieri disponevano di proprie guardie armate in grado di garantire, nonostante le scorrerie dei banditi, la massima sicurezza dei luoghi.

La masseria, talvolta chiamata massarìa, rappresenta un patrimonio architettonico e culturale radicato nelle terre dell’Italia meridionale. L’origine del termine è collegata alla figura del “massàro” o “massàio”, il fattore responsabile della gestione della masseria.

Questa parola non si limita solo a indicare il complesso di edifici rurali destinati ad abitazione e al ricovero degli animali, ma si estende anche alle “masserizie”. Quest’ultime comprendono suppellettili, mobili, attrezzi agricoli e pastorali, decorazioni, arredamenti, depositi granari e provviste alimentari per persone e bestiame. Tutto ciò era conservato e protetto all’interno delle imponenti costruzioni in pietra e/o mattoni che ospitavano imprenditori agricoli, proprietari di aziende, contadini e pastori.

Un aspetto affascinante delle masserie era la loro varietà architettonica e funzionale. Alcune, di proprietà di famiglie nobili o di alto censo, erano fortificate, dotate di cinte murarie e torri difensive, testimonianza delle complesse dinamiche sociali e territoriali dell’epoca. Verso la fine del Settecento, anche a San Nicandro, ebbe inizio la crescita economica di alcune famiglie borghesi che, occupando terre demaniali, già alla metà dell’Ottocento si trovarono a possedere vastissimi latifondi che gli consentirono una rapida ascesa sociale e politica.

Di queste famiglie, che divennero il bersaglio prediletto, per tutto l’Ottocento, delle più impietose scorrerie di briganti, la più potente fu la famiglia Zaccagnino, che offrì anche una lunga serie di sindaci e deputati sino agli inizi del Novecento.

Proprio all’apice del dominio sociopolitico di questa aristocrazia terriera, che intesseva stretti legami con l’alta società della capitale del Regno di Napoli, San Nicandro conobbe un rapido sviluppo economico, politico e culturale, divenendo in breve tempo il centro maggiore del Gargano: si incrementò la produzione agricola, con esportazione di prodotti (grano, olio e uva da tavola) in tutta Italia e, soprattutto intorno agli anni trenta del Novecento, crebbe notevolmente l’artigianato.

La nascita delle masserie fu connessa, in precedenza, alla colonizzazione baronale di vaste aree interne abbandonate e incolte. Tra il XVI e il XVIII secolo, durante la colonizzazione spagnola del Regno delle Due Sicilie, nobili locali furono autorizzati a ripopolare e sfruttare queste terre per l’agricoltura. Questo periodo ha visto la fondazione di masserie e persino di veri e propri villaggi nelle vicinanze di queste strutture originarie.

La masseria, quindi, non è solo un insieme di edifici, ma un simbolo della trasformazione del paesaggio rurale e della gestione agricola che ha plasmato la vita nelle regioni meridionali d’Italia. Oggi, molte masserie sono diventate testimonianze storiche e luoghi di interesse, conservando la memoria di un’epoca in cui la terra e la comunità erano strettamente interconnesse.

San Nicandro Garganico, comune della provincia di Foggia in Puglia in cui sorge anche questa masseria, emerge tra colline e paesaggi suggestivi. Con i suoi 13.732 abitanti, questa località pittoresca si trova nel cuore del parco nazionale del Gargano, a sud-est del lago di Lesina, fungendo da avanguardia settentrionale per il promontorio del Gargano.

L’identità di San Nicandro Garganico è fortemente legata alla sua posizione geografica privilegiata. Il territorio comunale si estende dalla maestosità del mare Adriatico fino alle vette dell’alta collina, culminando a 754 metri sul livello del mare. In questo spazio geografico unico, si svela un affascinante mosaico di microambienti e paesaggi, dove anfratti, grotte e sorgenti rivelano la natura profondamente carsica della regione.

Le colline ondulate e gli scorci panoramici offrono uno spettacolo indimenticabile, riflettendo la ricchezza ecologica e la diversità ambientale di San Nicandro Garganico. Situato tra i pittoreschi laghi di Varano e Lesina, il comune è attraversato dal fiume Lauro, un elemento caratterizzante del paesaggio che contribuisce alla bellezza intrinseca di questa località.

Fonte: stilearte.it

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