Imparare a camminare

Il Covid prima, il caro bollette e i venti di guerra poi, hanno modificato la nostra quotidianità e la nostra vita. Sembra passato un secolo dal 31.12.2019, quando in tutte le famiglie si brindava alla fine di un anno “normale”, anzi per alcuni “brutto”. Nessuno sapeva che le vite di tutti noi sarebbero cambiate in modo così repentino. Il lockdown, la DAD, lo Smartworking, il Vaccino e poi il Greenpass sono stati i compagni della nostra esistenza per un biennio. Quando, poi, eravamo in procinto di riprenderci un po’ di “normalità” la nostra esistenza è stata sconvolta dall’aumento delle bollette e, in fine, dalla assurda guerra di Putin alle porte d’Europa.

Una riflessione va fatta però: prima del Covid e della guerra tutti noi pensavamo che la nostra “normalità” fosse scontata. Tutti eravamo convinti che la Pace, il benessere e la quotidianità fossero qualcosa di immutabile e intrinsecamente cristallizzato nelle nostre vite.

La nostra idea era che i diritti conquistati poco meno di ottanta anni fa da i nostri nonni fossero qualcosa di scontato, anzi qualcosa di banale.

Le libertà di pensiero, di opinione, di parola e di dissenso non sono qualcosa di banale, sono il frutto di molte lotte affrontate e vinte delle generazioni passate.  La possibilità di ottenere cure gratuite, un tetto sulla testa, un lavoro o un sussidio statale non è qualcosa di scontato. I diritti e le libertà conquistate dai nostri nonni dopo la seconda guerra mondiale sono il nostro tesoro più grande.

Oggi capiamo quanto siamo fortunati a vivere in uno stato di Diritto, in una Nazione che tutela e protegge le minoranze.

Conservare e proteggere i diritti conquistati è la nostra missione.

Con la guerra in corso e con i recenti aumenti del costo delle materie prime, noi cittadini di una piccola comunità, possiamo fare il nostro: Possiamo imparare a camminare! Ogni giorno tutti i sannicandresi utilizzano le proprie automobili per fare i servizi quotidiani. Tutti abusiamo dei nostri veicoli, utilizzandoli anche per percorrere poche centinaia di metri nelle strade cittadine.

Una fetta del petrolio che usiamo come combustibile arriva dalla Russia.

Se tutti quanti razionalizzassimo l’utilizzo delle nostre macchine solo per l’essenziale avremmo fatto già la nostra parte. In buona sostanza, più usiamo i nostri veicoli, più foraggiamo l’esercito di Putin.

Riflettendoci, le distanze non proibitive del paese, con l’auspicato arrivo delle belle giornate potranno farci riapprezzare il piacere di camminare in città. Passeggiare, poi, farebbe bene alla nostra salute e ci permetterebbe di incontrare e salutare per strada gli amici e i conoscenti che, anche per colpa delle restrizioni, non vediamo da parecchio tempo. Lasciare le auto in garage, infine, farebbe calare anche il livello di anidrite carbonica nell’aria.

Insomma, con un piccolo gesto, una sana abitudine, potremmo fare, tutti insieme, del bene alla comunità e al pianeta.

 

P.s. Anche la bici e la micromobilita vanno bene. 
 

Menu